Con una recente sentenza la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso proposto dallo Studio Legale Lessona avverso una pronuncia della Commissione Tributaria Regionale per la Toscana, resa in materia di rimborso dell’ICI (oggi IMU) che un contribuente sosteneva di aver versato in eccesso.
Nel cassare la sentenza di appello, la Suprema Corte ha ribadito il consolidato principio secondo cui in materia di IMU è legittimo l’avviso di accertamento emanato sulla base di un regolamento comunale che abbia indicato periodicamente i valori delle aree edificabili per zone omogenee con riferimento al valore venale in comune commercio.
Tale atto, infatti, è idoneo a delimitare il potere di accertamento del Comune e ad integrare una fonte di presunzioni sia per l’Amministrazione che per il Giudice.
Ciò ha un importante riflesso sul punto del riparto dell’onere probatorio, comportando che non grava sull’Amministrazione comunale contrastare specificatamente quanto sostenuto dal contribuente, ma spetta a quest’ultimo dimostrare l’erroneità e la non congruità della valutazione operata dall’Amministrazione.
Non avendo il contribuente ottemperato a tale onere, la Suprema Corte ha quindi cassato la sentenza.